Cittadinanza per matrimonio – Sentenza n. 25/2025 della Corte Costituzionale Italiana: Spiegazione e Implicazioni
La Corte Costituzionale italiana, con la sentenza n. 25/2025, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 9.1 della legge n. 91/1992 (Norme sulla cittadinanza), introdotto dal decreto-legge n. 113/2018, nella parte in cui non prevede un’esenzione dalla prova della conoscenza della lingua italiana per i richiedenti affetti da gravi limitazioni cognitive o disabilità certificate.
Contesto della Sentenza
La questione di legittimità costituzionale è stata sollevata dal Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) dell’Emilia-Romagna, sezione di Parma, nel corso di un procedimento in cui una cittadina straniera aveva impugnato il diniego della cittadinanza italiana per mancata dimostrazione della conoscenza della lingua italiana a livello B1. La ricorrente sosteneva di essere affetta da un grave deficit cognitivo che le impediva di apprendere la lingua, condizione certificata dall’AUSL e dall’INPS.
Motivazioni della Corte
La Corte ha ritenuto che la norma fosse in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione italiana, che sancisce il principio di uguaglianza, poiché imponeva lo stesso requisito linguistico sia a soggetti privi di disabilità che a persone con incapacita oggettiva di apprendimento. Inoltre, ha evidenziato che tale disposizione risultava incoerente con altre norme italiane che prevedono esenzioni per persone con disabilità in contesti simili, come nel caso dell’accordo di integrazione o del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
Effetti della Sentenza
Con questa decisione, la Corte ha stabilito che le persone affette da gravi limitazioni cognitive o disabilità, certificate da strutture sanitarie pubbliche, devono essere esentate dal requisito linguistico per l’ottenimento della cittadinanza italiana. Tale pronuncia rappresenta un passo significativo verso una maggiore inclusione sociale e il riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità.