STABILIZZAZIONE MEDICI: VALE LA BORSA DI STUDIO?
Medici precari e stabilizzazione: il tempo in cui si è lavorato grazie a una borsa di studio vale ai fini della stabilizzazione? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Molti sono portati a pensare che il precariato colpisca solo i lavoratori autonomi e le cosiddette partite Iva, ma non sempre è così: chi pensa che pubblico impiego sia sinonimo di stabilità, si sbaglia di grosso. Lo sanno bene i medici, gli insegnanti, gli Ata che vengono assunti nelle pubbliche amministrazioni con contratti di lavoro a tempo determinato che troppo spesso si protraggono per lunghi anni, tanto che il più delle volte la stabilizzazione pare quasi un miraggio.
Ciò premesso, in questo articolo ci occuperemo più da vicino dei medici.
È risaputo, la strada per esercitare la professione medica è lunga e tortuosa. Ci sono i test di ingresso; sei lunghi anni di università; in seguito c’è la specializzazione e nel frattempo gli anni passano. Nonostante il tempo e l’esperienza maturata, non è detto che la stabilizzazione arrivi in automatico. L’assunzione a tempo indeterminato è spesso preceduta dal susseguirsi di contratti a termine o contratti di collaborazione coordinata e continuativa, ove lo stipendio cede il passo ad una più “leggera” borsa di studio.
Medici precari: quando arriva la stabilizzazione?
Sul punto, forse non tutti sanno che il contratto di lavoro a tempo determinato nasce dalla volontà del legislatore di sopperire ad esigenze produttive ed organizzative temporanee e costituisce un’eccezione alla regola (che è quella – per l’appunto – dell’assunzione con contratto di lavoro a tempo indeterminato). Per questo motivo, la stipula di contratti a termine deve essere soggetta a dei limiti, superati i quali si determina un abuso che, in quanto tale, deve essere sanzionato. Più precisamente, non si può ricorrere al rinnovo dei contratti a tempo determinato per oltre 36 mesi (anche non continuativi). Al contrario si creerebbe per il dipendente una illegittima situazione di precariato vietata non solo dalla legge italiana, ma anche
da quella dell’Unione Europea.
Stabilizzazione medici: vale la borsa di studio?
Ciò detto, la domanda sorge spontanea: anche il tempo in cui si è lavorato grazie a una borsa di studio va calcolato ai fini della stabilizzazione dei medici?
A rispondere è stato il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia con una recentissima sentenza (del 28/10/2020).
Nella vicenda in parola, la ricorrente chiedeva di far valere ai fini del raggiungimento della soglia dei 36 mesi, in aggiunta al periodo già svolto con regolare contratto co.co.co. presso l’Azienda resistente, prestazioni svolte nell’ambito di un progetto regionale sostenuto da una borsa di studio.
Per i giudici, pertanto, è stato indispensabile, ai fini del decidere, procedere attraverso un’indagine degli indici di assimilabilità della borsa di studio al rapporto di collaborazione coordinata e continuativa a prescindere dal nomen juris.
Ebbene, alla luce della dettagliata analisi condotta, è risultato innegabile che il rapporto svolto grazie alla borsa di studio fosse assimilabile ad una vera e propria collaborazione coordinata e continuativa in ragione:
- della predeterminazione delle giornate e del tempo lavoro minimo da effettuare e degli emolumenti mensili conseguiti a scadenze fisse;
- dell’esclusività della prestazione stante il divieto di percepire assegni o sovvenzioni proventi da altre attività professionali o rapporti di lavoro;
- dell’obbligo di seguire programmi e direttive fornite dal da un responsabile di area, salva una certa autonomia nell’organizzazione della propria attività;
- del controllo meccanizzato delle presenze in ingresso ed in uscita;
- dell’obbligo di trasmettere una relazione trimestrale sullo stato di avanzamento dell’attività;
- della pacifica assenza di vincolo di subordinazione.
In conclusione, sempre nel presupposto che l’attività risulti assimilabile a un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, anche il tempo in cui si è lavorato grazie a una borsa di studio va calcolato ai fini della stabilizzazione dei medici.